Hai un sito con protocollo HTTP? Dal luglio 2018 Google Chrome, con il nuovo aggiornamento, etichetterà come non sicuri tutti quei i siti con protocollo http, ovvero privi di un valido certificato SSL.
Non importa la tipologia del sito web - finora la segnalazione era limitata ai soli e-commerce e siti web che prevedevano il login ad un area riservata - o la qualità dei contenuti proposti: l’obbligo di adeguarsi al nuovo standard di sicurezza riguarderà tutti. A meno che non accettiate l’idea che il vostro sito web sia segnalato come rischioso per la sicurezza degli utenti…
Un certificato di sicurezza SSL (Secure Sockets Layer) è un protocollo che attraverso una comunicazione criptata protegge i dati sensibili inseriti sul web dagli utenti – dalle password ai dati relativi alle carte di credito – per non correre il rischio che vengano intercettati da terzi.
Per capire se il sito web su cui stiamo navigando è in possesso di un protocollo di sicurezza SSL basta guardare la barra di navigazione: il dominio del sito web è introdotto da “https” e dalla dicitura “sicuro”.
Il certificato SSL non è però solo sinonimo di sicurezza ma, indirettamente, anche di traffico web. Questo piccolo accorgimento di Google consente infatti agli utenti di procedere in tutta tranquillità, senza la paura di incorrere in spiacevoli imprevisti. Al contrario, l’avviso di un sito poco sicuro potrebbe scoraggiare l’utente fino a spingerlo altrove.
La funzione del certificato SSL è quella di garantire sulla sicurezza di navigazione di un sito web attraverso l’utilizzo di un linguaggio criptato, per non correre il rischio di essere spiati e “derubati” dei propri dati personali dai malintenzionati maestri del web. Ma l’utilizzo del protocollo https - e dunque del certificato SSL - può portare altri vantaggi, due su tutti. Quali? Vediamoli insieme!
Un utente che visita per la prima volta il tuo sito web, di fronte a un messaggio di Google che lo avvisa di un sito potenzialmente pericoloso come si comporta? Saluta, va via e non torna più. E oltre al danno di aver perso un possibile cliente anche la beffa di essere etichettato come dannoso.
È un rischio che vale la pena di correre? Google è ormai uno dei maggiori garanti sul web e tra pochi giorni sarà in grado di suggerire agli utenti il tuo livello di affidabilità e sicurezza ancor prima che questi inizino a navigare tra le pagine del tuo sito web. La strada giusta per un’azienda che vuole mantenere alto il valore del suo brand anche in rete, dunque, sembra essere solo una.
Il protocollo https è un fattore che influenza la SEO? Sì. La sicurezza, come la qualità dei contenuti, è una prerogativa importante per Google nell'indicizzazione dei contenuti; uno dei pilastri sui deve poggiare un buon sito web per guadagnare una buona posizione in SERP.
Va da sé che il sito web deve essere comunque ottimizzato per i motori di ricerca nel modo adeguato, altrimenti non c’è certificato SSL che tenga…
Sia chiaro, la migrazione dal protocollo http a quello https non è obbligatoria, ma rimane comunque necessario affinché il sito non venga segnalato da Google come non sicuro.
Che sia un certificato SSL gratuito o a pagamento l’importante è farsi supportare dalla propria agenzia web – oppure chiedere a Deepstudio di darvi una mano - per ri-configurare tutto nel modo corretto e non perdere per strada la visibilità che avete guadagnato.
Avete mai sentito parlare di UX (User Experience)? Quante volte navigando tra le pagine dei siti web avete imprecato per un percorso troppo lungo e macchinoso di un’operazione che poteva essere semplice e immediata, finendo per rinunciare e addirittura spegnere il pc. Quante volte vi siete persi nel labirinto di un sito web mentre stavate cercando qualcosa, senza riuscire ad andare avanti o tornare indietro. E magari avete pensato che la colpa fosse vostra, della vostra poca confidenza con gli strumenti informatici.
Oggi parliamo di social. Oggi parliamo di Twitter. Sì, perché non ci sono solo i siti web, le campagne di advertising e la SEO ad influenzare il successo di un’azienda sul web. Terreno fertile si trova anche nei social network, lì dove milioni di utenti circolano e sostano durante la giornata il più delle volte per svago. Ed è proprio lì che è possibile intercettare i bisogni dei consumatori 2.0, quelli dal web facile che ormai hanno abbandonato l’idea di prendere l’auto e fare un giro in negozio per guardare negli occhi il commesso dispensatore di buoni consigli.
Lo abbiamo detto tante volte, il web è uno strumento capace di allargare gli orizzonti di ogni tipo di business se fatto nel modo corretto e se sei un imprenditore che vuole emergere, espandersi e consolidare la sua posizione, non puoi ignorarlo perché oltre a non guadagnare… perdi!
Partiamo subito dall'inizio, partiamo con il dire cos'è una landing page. Una landing page è una pagina web, letteralmente pagina di atterraggio, progettata per rispondere in modo efficace ai bisogni di un target.
Il mondo dei social network non è solo svago, pettegolezzo e condivisione virale. Se usati in una corretta strategia di social marketing, per la tua azienda possono diventare terreno fertile di nuove opportunità.
Hai mai sentito parlare di parole chiave? Sono le più famose, in inglese, Keywords… e non sono altro che le parole che digitiamo su Google quando vogliamo trovare delle risposte alle nostre domande, informazioni su un determinato argomento o prodotto/servizio.
Oggi parliamo di Brand Awereness una parolina che fa parte del dizionario di base della lingua del web marketing e che è altrettanto importante quanto le più comuni SEO, Google Adwords, Social Media, User Experience e User Design.
Hai presente il passaparola? Non il giochino ma il diffondersi dello stato di soddisfazione, o insoddisfazione, di una certa esperienza sotto forma di consiglio… Ecco, quando pensi alla brand reputation pensa al passaparola.
C’è chi non lo prende in considerazione e chi, invece, ne approfitta ogni 3x2. Ci sono anche quelli che lo usano nel modo giusto, strategico, perché ne hanno capito perfettamente la funzione. Stiamo parlando dell’hashtag, la famosa etichetta che fino a poco tempo fa spopolava solo tra gli utenti di Twitter…
Sono ormai lontani i tempi in cui il ragioniere era costretto, carta e penna alla mano, ad aprire e chiudere mastrini contabili per la partita doppia; a protocollare preventivi, ordini e fatture su registri cartacei; a catalogare clienti e fornitori in pesanti faldoni.
Quant'è importante avere un sito web aziendale al giorno d’oggi lo sappiamo già. E se fai parte della piccolissima percentuale che ancora non lo sa – o finge di non saperlo - bastano poche parole per riassumere il concetto: tu non esisti, la tua azienda non esiste. Sul web, ovvio… ma oggi, nel 2018, il web è la piazza principale del mercato.
Molte volte sentiamo parlare - in modo errato - di SEO e SEM, come se l’uno escludesse l’altro. E invece no, perché la SEO non è altro che una delle attività della SEM.
Abbiamo già dato una definizione di e-mail marketing e spiegato a grandi linee quali sono gli step principali per integrarla in una strategia di web marketing di successo. Ora passiamo ai vantaggi che questo strumento porta con sé.
Sentiamo parlare di SEO - Search Engine Optimization - ovunque, della sua importanza nelle strategie di web marketing di un’azienda che mira a farsi spazio nel mercato del web; sappiamo che consiste nell'ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca, uno su tutti Google… ma come si fa la SEO?
Attenzione, chiariamo subito una cosa. Non basta mettersi davanti al pc e iniziare a mandare e-mail alla cieca con contenuti promozionali.
Cos'è il web marketing? In poche parole potremmo definirlo come il marketing tradizionale applicato ai canali web. Non solo, semplice, pubblicità su Internet dunque.