Oggi parliamo di Brand Awereness una parolina che fa parte del dizionario di base della lingua del web marketing e che è altrettanto importante quanto le più comuni SEO, Google Adwords, Social Media, User Experience e User Design.
Se sai già di cosa stiamo parlando puoi evitare di andare oltre … ma se sei atterrato qui è perché, di sicuro, ne vuoi capire di più!
Ok allora, cominciamo?
Sì, le solite paroline inglesi che sembrano nascondere chissà quale formula magica e che tradotte nella più comune lingua italiana perdono appeal. La brand awereness altro non è cari amici che la notorietà della marca. Quanto è conosciuta e riconoscibile dai consumatori.
Se vi dico, ad esempio, Altissima, purissima… cosa vi viene in mente? Di sicuro il claim famosissimo di un’acqua naturale che ancora oggi ricordiamo a distanza di anni dalla pubblicità con Reinhold Messner e che è rimasto ben saldo nella mente di molti. Poco importa se il nostro ricordo sia legato all'alpinista e scrittore italiano, alla facilità dello slogan o alla bontà del prodotto: quel che è certo è che ancora oggi è presente, riconoscibile e inconfondibile.
Ecco, ogni strategia di marketing mira proprio a questo: a creare una marca e a renderla nel tempo, assieme ai suoi prodotti/servizi, nota e riconoscibile.
Per dirla con i termini degli addetti ai lavori, l’obiettivo di ogni brand è raggiungere la cima della Piramide di David Aaker ovvero la piramide della Brand Awareness. L’economista statunitense afferma infatti che la marca è “un set di attività (o passività) collegate ad un segno distintivo (marchio, nome, logo) che si aggiungono (o sottraggono) al valore generato da un prodotto o servizio” ed è proprio su questo principio che ha individuato i 4 livelli di conoscenza della marca che vanno a formare la piramide della Brand Awareness.
Abbiamo visto come si evolve la conoscenza della marca attraverso la Piramide di Aaker, passando da un livello di riconoscibilità pari a zero fino al livello massimo della consapevolezza di un marchio. Ma come si arriva alla Top of Mind?
Punto primo, un brand che vuole aumentare il suo grado di notorietà non può affidarsi in modo esclusivo agli strumenti della promozione tradizionale.
Punto secondo, nell'era della digitalizzazione è impensabile per un’azienda non percorrere la strada strategica del web marketing.
Sì, ok… ma quali sono gli step imprescindibili?
Ma c’è anche altro, ed è quello più importante: il primo passo è la costruzione di un piano strategico di azione. Sì, perché non esiste sito web, ottimizzazione SEO o social che non abbia basi solide in una strategia ben definita. Per un semplice motivo: si perde solo tempo a rincorrere un risultato che non arriverà mai e, quel che è peggio, si rischia di influenzare in modo negativo la brand reputation.
Brand reputation? Sì, ma di questo ne parleremo la prossima settimana.
Avete mai sentito parlare di UX (User Experience)? Quante volte navigando tra le pagine dei siti web avete imprecato per un percorso troppo lungo e macchinoso di un’operazione che poteva essere semplice e immediata, finendo per rinunciare e addirittura spegnere il pc. Quante volte vi siete persi nel labirinto di un sito web mentre stavate cercando qualcosa, senza riuscire ad andare avanti o tornare indietro. E magari avete pensato che la colpa fosse vostra, della vostra poca confidenza con gli strumenti informatici.
Oggi parliamo di social. Oggi parliamo di Twitter. Sì, perché non ci sono solo i siti web, le campagne di advertising e la SEO ad influenzare il successo di un’azienda sul web. Terreno fertile si trova anche nei social network, lì dove milioni di utenti circolano e sostano durante la giornata il più delle volte per svago. Ed è proprio lì che è possibile intercettare i bisogni dei consumatori 2.0, quelli dal web facile che ormai hanno abbandonato l’idea di prendere l’auto e fare un giro in negozio per guardare negli occhi il commesso dispensatore di buoni consigli.
Lo abbiamo detto tante volte, il web è uno strumento capace di allargare gli orizzonti di ogni tipo di business se fatto nel modo corretto e se sei un imprenditore che vuole emergere, espandersi e consolidare la sua posizione, non puoi ignorarlo perché oltre a non guadagnare… perdi!
Partiamo subito dall'inizio, partiamo con il dire cos'è una landing page. Una landing page è una pagina web, letteralmente pagina di atterraggio, progettata per rispondere in modo efficace ai bisogni di un target.
Il mondo dei social network non è solo svago, pettegolezzo e condivisione virale. Se usati in una corretta strategia di social marketing, per la tua azienda possono diventare terreno fertile di nuove opportunità.
Hai mai sentito parlare di parole chiave? Sono le più famose, in inglese, Keywords… e non sono altro che le parole che digitiamo su Google quando vogliamo trovare delle risposte alle nostre domande, informazioni su un determinato argomento o prodotto/servizio.
Oggi parliamo di Brand Awereness una parolina che fa parte del dizionario di base della lingua del web marketing e che è altrettanto importante quanto le più comuni SEO, Google Adwords, Social Media, User Experience e User Design.
Hai presente il passaparola? Non il giochino ma il diffondersi dello stato di soddisfazione, o insoddisfazione, di una certa esperienza sotto forma di consiglio… Ecco, quando pensi alla brand reputation pensa al passaparola.
C’è chi non lo prende in considerazione e chi, invece, ne approfitta ogni 3x2. Ci sono anche quelli che lo usano nel modo giusto, strategico, perché ne hanno capito perfettamente la funzione. Stiamo parlando dell’hashtag, la famosa etichetta che fino a poco tempo fa spopolava solo tra gli utenti di Twitter…
Sono ormai lontani i tempi in cui il ragioniere era costretto, carta e penna alla mano, ad aprire e chiudere mastrini contabili per la partita doppia; a protocollare preventivi, ordini e fatture su registri cartacei; a catalogare clienti e fornitori in pesanti faldoni.
Quant'è importante avere un sito web aziendale al giorno d’oggi lo sappiamo già. E se fai parte della piccolissima percentuale che ancora non lo sa – o finge di non saperlo - bastano poche parole per riassumere il concetto: tu non esisti, la tua azienda non esiste. Sul web, ovvio… ma oggi, nel 2018, il web è la piazza principale del mercato.
Molte volte sentiamo parlare - in modo errato - di SEO e SEM, come se l’uno escludesse l’altro. E invece no, perché la SEO non è altro che una delle attività della SEM.
Abbiamo già dato una definizione di e-mail marketing e spiegato a grandi linee quali sono gli step principali per integrarla in una strategia di web marketing di successo. Ora passiamo ai vantaggi che questo strumento porta con sé.
Sentiamo parlare di SEO - Search Engine Optimization - ovunque, della sua importanza nelle strategie di web marketing di un’azienda che mira a farsi spazio nel mercato del web; sappiamo che consiste nell'ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca, uno su tutti Google… ma come si fa la SEO?
Attenzione, chiariamo subito una cosa. Non basta mettersi davanti al pc e iniziare a mandare e-mail alla cieca con contenuti promozionali.
Cos'è il web marketing? In poche parole potremmo definirlo come il marketing tradizionale applicato ai canali web. Non solo, semplice, pubblicità su Internet dunque.